Presente e futuro del captcha: cos'è, come funziona e quale scegliere

Presente e futuro del captcha: cos'è, come funziona e quale scegliere

 

Tutti, e non solo i developer, sanno cos’è un “captcha”: un meccanismo che determina se l’utente che interagisce con un sito è un essere umano o un programma automatizzato (bot).

Non tutti conoscono invece il significato della parola captcha.

Proviamo a chiarirlo noi.

Captcha è l’acronimo di Completely Automated Public Turing Test To Tell Computers and Humans Apart, e cioè “Test di Turing pubblico e completamente automatico per distinguere tra loro computer ed esseri umani”.

Parliamo ovviamente di Alan Turing, scienziato britannico considerato il padre dell’informatica.

Infatti il suo obiettivo principale è proteggere il sito da attività dannose e fraudolente come lo spam, l’accesso non autorizzato, il furto di informazioni e altre azioni malevole svolte da software automatizzati.

Oggi che le automazioni e le intelligenze artificiali sono sempre più diffuse e potenti, la capacità dei captcha di svolgere il loro ruolo è ancora più determinante. I captcha sono di fatto alcuni dei più importanti “filtri” in grado di limitare le potenziali minacce esterne, soprattutto quelle che riguardano la sicurezza.

Ma come funzionano? E, soprattutto, come scegliere il captcha più adatto per il proprio sito o la propria web application per proteggere i form di raccolta dati dai bot?

In questo articolo proveremo a rispondere a queste domande.

Come funziona un captcha?

Il funzionamento di un captcha non è sempre lo stesso perché varia a seconda del tipo specifico utilizzato, ma l’idea fondamentale è sempre la stessa: presentare una sfida che sia relativamente semplice per un essere umano ma difficile per un algoritmo o un programma automatizzato.

Ecco come funziona generalmente:

  • Generazione: quando un utente accede a una pagina web protetta da un captcha il server genera una sfida che richiede una risposta che un essere umano può facilmente fornire mentre per un bot risulterà difficile.

  • Presentazione: la sfida viene presentata all’utente attraverso una serie di testi distorti, immagini, problemi matematici, selezioni di immagini, domande, ecc.

  • Risposta dell’utente: l’utente umano deve quindi fornire la risposta corretta alla sfida. Ad esempio, nel caso di un captcha basato su testo, l’utente deve digitare il testo distorto correttamente.

  • Verifica della risposta: questa viene fornita dall’utente e inviata al server per la verifica. Se è corretta, l’utente viene ritenuto umano e può procedere con l’azione desiderata (l’invio di un modulo o l’accesso a un account). Se è sbagliata, viene segnalato l’errore e, solitamente, richiesto all’utente di riprovare.

  • Adattamento: alcuni sistemi di captcha utilizzano l’apprendimento automatico per adattarsi alle risposte degli utenti. In questo modo il sistema può continuamente migliorare l’efficacia nel distinguere tra utenti umani e bot.

Quali sono i captcha più efficaci e popolari?

Attualmente, data la loro affidabilità, i sistemi captcha più diffusi e utilizzati sono due:

  • reCAPTCHA: sviluppato da Google, è uno dei captcha più popolari e ampiamente adottati. Ne esistono diverse versioni, ma la più comune richiede agli utenti di selezionare le immagini corrispondenti a un determinato criterio tra un insieme di immagini. reCAPTCHA utilizza anche il rilevamento di modelli di comportamento per distinguere tra utenti umani e bot. Google ne offre una versione gratuita. Per installarlo reCAPTCHA parti da qui: https://www.google.com/recaptcha

  • hCaptcha: simile a reCAPTCHA, hCaptcha è un’altra soluzione molto diffusa. Richiede agli utenti di risolvere sfide visive, come selezionare oggetti specifici in immagini o digitare testi distorti. hCaptcha è conosciuto per il suo impegno a mantenere la privacy degli utenti e a compensarli per la loro partecipazione attraverso il programma “hCaptcha Rewards”. Per installarlo (sì, c’è anche la versione gratuita): https://www.hcaptcha.com

 

Di captcha, comunque, ne esistono moltissimi.

Tra gli altri, per l’immediatezza d’uso, la possibilità di usufruire della modalità “trasparente” e la gratuità, segnaliamo “Turnstile di Cloudflare”. Per attivarlo inizia da https://www.cloudflare.com/it-it/products/turnstile

Ok, ma quale catpcha scegliere?

Non è una domanda facile perché ogni sito è diverso. Siamo certi che, occupandoci di sviluppo web da molti anni, potremmo analizzare il tuo sito web e le tue esigenze consigliandoti per il meglio. A proposito puoi contattarci senza impegno qui.

Vogliamo comunque lasciarti tre consigli che, se seguiti, ti condurranno a una scelta consapevole.

  1. Tieni conto dell’esperienza dell’utente: quando scegli un captcha considera che deve essere relativamente facile da risolvere per gli utenti umani ma abbastanza difficile da ostacolare i bot. Evita quelli troppo complessi o confusi perché potrebbero scoraggiare gli utenti legittimi e danneggiare la UX del sito.
  2. Valuta il livello di sicurezza: chiediti quanto sia sicura la soluzione captcha nel prevenire attività malevole. Alcuni captcha, come ReCAPTCHA, utilizzano l’apprendimento automatico per adattarsi ai nuovi schemi di attacco. Per questo te li consigliamo vivamente!

  3. Considera la privacy: alcuni utenti potrebbero preoccuparsi della privacy quando interagiscono con i captcha, quindi cerca soluzioni che la rispettino senza chiedere di condividere eccessive informazioni personali. Alcune soluzioni, come hCaptcha, hanno politiche di privacy robuste e forniscono addirittura ricompense agli utenti che partecipano.

Il futuro dei captcha

Potremmo aggiungere molto altro sui captcha, invece vogliamo provare a prevederne il futuro.

Già, quantomeno vogliamo provarci: in effetti i captcha sono tra gli strumenti maggiormente destinati a evolversi per adattarsi alle crescenti sfide della tecnologia e della sicurezza informatica.

Sono evidenti alcune tendenze. Ad esempio il fatto che stanno divenendo sempre più user-friendly, invisibili e passivi. E non è da escludere che i captcha del futuro richiederanno interazioni naturali, come rispondere a domande o svolgere azioni intuitive, o che sfrutteranno dati biometrici come le impronte digitali o il riconoscimento facciale.

Gli sviluppatori cercheranno di bilanciare la sicurezza con l’usabilità, ideando nuovi modi per distinguere tra esseri umani e bot in modo efficace e meno invasivo possibile.

Concludendo

Nell’attesa che simili soluzioni vengano implementate direttamente sui nostri dispositivi, prima ancora che nei moduli online, oggi non possiamo che accontentarci delle offerte del mercato, per quanto non sempre affidabili al 100% (ma cosa lo è?), con la consapevolezza che la sicurezza informatica non dipende solo da questi – seppur utili – strumenti, ma soprattutto da noi stessi, dalla nostra conoscenza e competenza.

E in particolar modo dalla nostra esperienza di esseri umani.

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